Dal Sentire all'Essere

Dal Sentire all'essere

Gruppi d'incontro, un approccio terapeutico introdotto in Italia all'inizio degli anni Settanta e finalizzato a facilitare la scoperta dell'interezza dell'organismo umano (emozioni, sentimenti, sensazioni, capacità immaginativa), a favorire lo sviluppo di capacità comunicative soddisfacnti, a trovare un senso all'esistenza elaborando un progetto di vita, sono il tema principale di questa trattazione.
Gli strumenti e le soluzioni operative di questo metodo sono sorretti da un articolato sostrato teoretico. Il libro fa la storia dei Gruppi d'incontro e della Psicologia Umanistica, movimento all'interno del quale essi si sono sviluppati; della Psicologia Umanistica vengono ricostruiti lo sfondo culturale americano e le connessioni con la filosofia fenomenologico-esistenziale e quella ermeneutica, sorte in Europa. Le trame filosofiche si intrecciano anche con i riferimenti alla ricerca psicologica contemporanea d'avanguardia (Infant Research e quella neuropsicologica (Damasio, Gallese), mettendo in evidenza come le nuove scoperte in questi ambiti confermino intuizioni filosofiche, assimilate e fatte proprie dalla psicoterapia.
Dei Gruppi d'incontro, indirizzati non solo alla perfona afflitta da disagio psichico o a chi affronta una problematica esistenziale, ma anche a chi voglia vivere in maniera più consapevole e piena, l'autrice presenta gli obiettivi, l'intera procedura e la quasi totalità degli esercizi tradizionalmente utilizzati.

L'Ingiustizia estrema "Gli Antemorti"


Questo libro vuole essere una riflessione sulle domande fondamentali della vita, nel tentativo di trovare attraverso conoscenze, filoni di pensiero,pratiche di vita e di professione, un sostegno alla fatica di vivere. La freneticità della vita contemporanea, appiattita sull'immediato presente, non lascia posto per interrogarsi sul bene e sul male, sulla morte e sul senso della vita, temi con cui tutti, nel bene e nel male, dobbiamo confrontarci. L'autrice fa un'ampia rassegna delle risposte più significative che tali discipline hanno saputo dare agli interrogativi più inquietanti dell'esistenza. Infine la considerazione dei possibili antidoti che la filosofia e la psicologia possono offrire all'angoscia di morte e al dolore per "la morte di".

Buoni si nasce, soggetti etici si diventa


L'autrice entra nel vivo della questione etica che è di estrema attualità e al centro del dibattito filosofico e scientifico contemporaneo, diviso tra l’adesione ad una concezione più tradizionale della questione morale e quella, tipica dell’approccio delle scienze, che tende a “naturalizzare” la morale. . Dopo avere stabilito una linea di demarcazione tra le caratteristiche della indagine filosofica e di quella scientifica rispetto al tema complesso dell’etica, sia in termini di metodo che di obiettivi, fa un breve excursus sulle teorie etiche sviluppate dal pensiero occidentale e su quelle più significative alla luce delle conoscenze attuali sul funzionamento della mente umana. Si sofferma, poi, ad analizzare l'apporto della psicanalisi (“gli strumenti analitici possono renderci più buoni?”), di alcune teorie psicologiche e della ricerca sul campo. Passa poi ad esporre i prerequisiti e le sottodimensioni del comportamento etico, cioè individua ed esamina quali siano i processi e quelle strutture psichiche necessarie perché si sviluppi una mente etica. Sottolinea anche i tratti caratteriali e le dimensioni emotive che possono essere considerati “i guardiani della moralità” e, invece, quelle emozioni tossiche, quei “piccoli vizi quotidiani” che la minacciano. D'obbligo sono i riferimenti agli orientamenti più significativi della ricerca psicologica contemporanea (Infant Research, teoria del bio-feedback sociale, teoria dell’attachement, ecc…) e alle neuroscienze (teoria dei neuroni specchio, il cervello emotivo di Le Doux, il marcatore somatico di Damasio, il darwinismo neuronale di Edelman, ecc..). Non vengono trascurate le questioni che sono al centro del dibattito contemporaneo riguardo l'etica: "Siamo liberi o determinati?", "Esiste una centrale della mente, un omunculus cerebrale responsabile dei nostri comportamenti", "Possono le neuroscienze spiegarci finalmente la complessa interazione mente-corpo?", "Esiste una base biologica della moralità?”, ecc.. Queste e molte altre questioni. Il libro è corredato di un’appendice costituita da un glossario (o note di approfondimento) relative a nozioni e concetti significativi nel campo della filosofia della mente, delle neuroscienze e della psicologia (dualismo, epifenomenismo, qualia, causazione mentale, sopravvenienza, teoria della mente, cellule specchio, materialismo, darwinismo selettivo ecc..), di facile ed immediata consultazione da parte di chi voglia essere informato sullo stato dell’arte della ricerca contemporanea.Si conclude infine con una serie di giochi ed esercizi morali. Il tutto viene sviluppato nella prospettiva di un costante dialogo tra discipline diverse e di confine(filosofia, psicologia, neuroscienze) sempre nella critica consapevolezza, però, della complessità e della problematicità di tale approccio. Il libro per la sua struttura ed organizzazione si presta ad essere utilizzato nelle scuole secondarie per una didattica innovativa dell’insegnamento di filosofia.

L'uomo che provò a capire mente e cervello


L’unico vero problema di Freud fu quello del rapporto mente-corpo, che lo portò ad anticipare di un secolo prospettive di ricerca che solo oggi le neuroscienze sono in grado di sviluppare grazie all’invenzione di nuove tecniche non invasive di indagine sul cervello. L’autrice sottolinea entrambe le componenti, quella speculativa e quella biologistica, che coesistono dall’inizio fino alla fine nello sviluppo dell’opera freudiana, prospettive che vanno parimenti accolte per una piena comprensione della stessa. Vengono discusse la scientificità della teoria, la sua validità e la sua attualità, nel costante confronto con gli ultimi sviluppi teorici e con la ricerca sul campo. Freud sviluppò alcune felici intuizioni sul funzionamento della mente confermate dall’attuale ricerca in neuroscienze, le quali attestano anche l’efficacia della psicoterapia come “il più raffinato strumento di rimodellamento della mente e riformattazione cerebrale”. (Di particolare interesse la parte dedicata al rapporto tra psicoanalisi e neuroscienze). E non viene trascurata l’analisi dell’impatto che la psicoanalisi ha avuto sugli altri contesti disciplinari: dalla letteratura all’arte, al cinema, alla pedagogia, alla filosofia, alla politica, ecc.

Sullo sfondo storico-culturale, in cui la vita e l’opera di Freud si svilupparono, il fondatore della psicoanalisi emerge nella sua singolarità di scienziato geniale che seppe coagulare temi e suggestioni dell’epoca in una delle ultime grandi creazioni del secolo scorso, un sistema non privo di contraddizioni (di cui egli stesso era consapevole), in cui la prospettiva naturalistica convive accanto a quella speculativa e il rigido determinismo si affianca alla fede nel potere della conoscenza e della ragione.

Sebbene centrata essenzialmente sull’opera, la trattazione consente di cogliere il carattere di Freud: la sua passionalità concettuale e l’amore per la verità che lo portarono ad assumere posizioni audaci mai cedevoli dinanzi ad alcuna difficoltà, la sua umanità dolente, quella sua sofferenza di fondo, quel suo pessimismo nei confronti della natura umana, che non riuscirono però a fiaccare l’entusiasmo, l’amore per il sapere e il senso dell’umorismo, che lo accompagnarono fino alla fine. Caratteristiche tutte che cancellano, ora, lo stereotipo dell’analista freddo e distaccato e ci restituiscono l’immagine di uno scienziato e di uno psicoterapeuta partecipe e sensibilissimo.

Neuroetica


Questo libro origina dai convegni cassinati di cui raccoglie i contributi più significativi che sono anche i temi “caldi” della ricerca in Neuroetica (il libero arbitrio, il rapporto body-mind, la coscienza, il neurodiritto, La neuroeconomy, l’intelligenza artificiale, ecc..), temi sui quali si focalizzano pure le domande che gli uomini si pongono in alcune circostanze della vita. Esiste il libero arbitrio? Esiste una base biologica della moralità? È possibile il potenziamento cognitivo? Siamo sempre consapevoli e razionali nelle nostre scelte? Gli automi ci sostituiranno? Domande complesse e difficili che non trovano risposte definitive. Obiettivo di questo libro è quello di diffondere in “uno spazio pubblico”, aperto non solo ai lettori specializzati, le conoscenze aggiornate relative a tali tematiche, espressive della complessità multidisciplinare della Neuroetica, destinata ad assumere un ruolo sempre più consistente nella nostra vita e nella società. Un affascinante percorso, dunque, alla scoperta della natura di alcuni meccanismi cerebrali e mentali, specifici dell’Homo sapiens, responsabili del comportamento morale e dei comportamenti socialmente rilevanti.